La riforma dello Sport 2023

Con la conversione del Decreto Milleproroghe, la riforma dello Sport ha trovato la sua definitiva applicazione: da luglio le disposizioni entreranno in vigore e le società e le associazioni dilettantistiche sportive dovranno conformarsi alla nuova legislazione.

Ma qual è lo scenario che si presenterà nel mondo sportivo tra un paio di mesi?

In questo articolo vedremo assieme una panoramica sulla riforma dello Sport, evidenziando le principali novità emerse dalla nuova disciplina che verranno attivate dal 1° luglio 2023.

Cosa prevede la Riforma dello Sport

La riforma dello Sport è stata definita dal D.lgs. n.36/2021 e dal D.lgs. n.163/2022 che prevedono un cambiamento consistente nella disciplina dedicata al mondo dello sport.

In particolare, il focus delle nuove norme verte sulle cosiddette attività secondarie e strumentali delle SSD e delle ASD, ma operano anche un riordino e una modifica concreta delle disposizioni in materia di lavoro sportivo.

Le novità emerse dalle disposizioni riguardano principalmente:

  • La riforma del lavoro nel mondo dello sport, disciplinando il ruolo del volontario sportivo;
  • I rapporti di sponsorizzazione sportiva e i promo pubblicitari;
  • Le cessioni dei diritti;
  • La gestione degli impianti e delle strutture sportive;
  • Le indennità legate alla formazione degli atleti;
  • Le agevolazioni fiscali e contributive.

Tali decreti non hanno però trovato completa applicazione nel nostro ordinamento, che doveva avvenire ufficialmente il 1° gennaio 2023.

Lo slittamento del termine, dovuto al clima di incertezza in cui si trovavano le ASD e SSD dopo i lockdown e la pandemia da Covid-19, è stato stabilito dal Decreto Legge n.168 del 29 dicembre 2022 (cd. Milleproroghe).

Il nuovo termine del 1° luglio consentirà al mondo sportivo di avere più tempo per integrare nella propria struttura organizzativa i correttivi e le modifiche utili per essere in linea con le nuove disposizioni previste dalla riforma.

Ma vediamo assieme quali sono le principali novità della riforma dello Sport, che modificheranno in maniera consistente la disciplina e che Nomia Studio segue attentamente per fornirti la migliore consulenza fiscale sull’argomento.

Riforma dello Sport, cosa accade ai Lavoratori Sportivi

Una delle novità emerse dalla Riforma dello Sport riguarda la nozione di “lavoratore sportivo” che viene così ampliata per inserire nuove figure necessarie e strumentali allo svolgimento delle attività nelle ASD e nelle SSD.

Si considera “lavoratore sportivo” colui che svolge un’attività lavorativa nelle organizzazioni sportive e, fino alla nuova riforma, erano considerati tali solo gli atleti, gli allenatori, gli istruttori, il direttore tecnico e sportivo, e il preparatore atletico.

La trasformazione del contesto professionale e l’integrazione di tecnologie all’interno del mondo sportivo, hanno portato alla nascita di nuove figure che necessitavano di una disciplina normativa ad hoc.

Proprio con la riforma dello Sport queste nuove professionalità sono state integrate nella nozione di “lavoratore sportivo” e hanno trovato tutela attraverso le disposizioni normative previste.

In base alla riforma dello Sport, si considerano “lavoratori sportivi” anche:

  • I manager degli atleti e delle società sportive;
  • Gli addetti agli arbitri;
  • I segretari generali;
  • Gli osservatori;
  • I data scientists;
  • I collaboratori tesserati che svolgono compiti necessari allo svolgimento dell’attività sportiva della società.

Questi ruoli potranno essere qualificati come lavoratori subordinati, autonomi o con contratti a Co.co.co., purché il loro rapporto di lavoro preveda un massimo di 18 ore lavorative settimanali (escluse quelle dedicate alle manifestazioni sportive).

Continuano, invece, a non rientrare nella nozione di “lavoratore sportivo” le figure amministrative e gestionali delle ASD e SSD.

Tali cambiamenti potrebbero far emergere dei dubbi all’interno della tua società sportiva, creando incertezza nell’organizzazione dei lavoratori.

È quindi fondamentale rivolgersi ad esperti come i professionisti di Nomia Studio, che potranno forniti tutte le informazioni utili per individuare le figure rientranti nella nuova nozione di “lavoratore sportivo”.

La Figura del Volontario Sportivo

La riforma dello Sport inserisce nell’ordinamento giuridico la figura del volontario sportivo, distinguendolo nettamente dal lavoratore.

Il volontario è colui che presta gratuitamente la propria opera nel settore sportivo e che, secondo la nuova disposizione, dovrà essere assicurato per la responsabilità civile verso terzi.
L’aspetto differenziante tra le due figure risulta essere il non pagamento di una remunerazione stabile nei confronti del volontario, che presta il suo lavoro a titolo gratuito, spontaneo e senza fini di lucro.

Secondo la nuova riforma, il volontario sportivo potrà infatti ricevere solo dei rimborsi relativi alle spese documentate di vitto, alloggio, viaggio e trasporto, sostenute al di fuori del territorio di residenza.

Tali importi non concorreranno, però, alla formazione del reddito fiscale, così come qualsiasi altra attività svolta nel mondo del volontariato.

Inoltre, in base alle norme che entreranno in vigore dal 1° luglio, la figura del volontario potrà essere inserita anche all’interno delle strutture organizzative dagli enti sportivi, come il CONI e il CIP.

Le Agevolazioni previste dalla riforma dello Sport

Le nuove disposizioni della riforma dello Sport prevendono delle speciali agevolazioni fiscali e contributive applicate nell’area del dilettantismo.

Gli incentivi, che coinvolgeranno principalmente il mondo del lavoro sportivo, consentiranno alle ASD e alle SSD di recuperare delle risorse e ridurre i costi relativi al personale.

In particolare, la nuova riforma consentirà:

  • L’esclusione del recupero contributivo per i rapporti di lavoro sportivo instaurati prima del 1°luglio 2023;
  • L’applicazione dell’aliquota contributiva del 25% e una riduzione del 50% dell’imponibile previdenziale, fino al 31 dicembre 2027, per gli atleti dilettanti;
  • L’esenzione totale dagli obblighi fiscali e contributivi per redditi da lavoro autonomo fino a 5000€, per l’area del dilettantismo;
  • La sola applicazione dell’obbligo previdenziale per i compensi superiori a 5000€ e inferiori a 15.000€;
  • Una ritenuta del 20% ai premi riconosciuti ai tesserati dilettanti per i risultati conseguiti nelle competizioni sportive.

Inoltre è prevista l’applicazione dell’imposizione fiscale solo sui compensi oltre 15.000€ anche nell’area del professionismo under 23 per gli sport di squadra e per le società sportive professionistiche il cui fatturato della stagione precedente non sia stato superiore a 5 milioni di euro.

La riforma dello Sport che entrerà in vigore il 1°luglio 2023 porterà dei grandi cambiamenti, sia a livello fiscale sia in relazione agli obblighi contributivi previsti per le società sportive.

Inoltre modificherà le disposizioni relative a tutte quelle attività considerate secondarie e strumentali che le ASD e le SSD svolgono.

Nomia Studio segue attentamente i temi dedicati alla riforma dello Sport e ti fornisce una consulenza dettagliata sull’argomento, supportandoti attivamente nell’integrare tutti i correttivi e le modifiche utili per conformarti alla nuova disciplina legislativa.
Se vuoi saperne di più sulla nuova riforma e su tutti gli adempimenti da seguire, contattaci.
I nostri consulenti sono a tua disposizione.

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